Amir Hamzan - Non c'è suono da amare
Tengku Amir Hamzah è tra i fondatori della letteratura indonesiana, una letteratura giovane, nata solo dopo l’ultima guerra mondiale, in lui si agitano ancora tutte le suggestioni della tradizione malese e giavanese, però amalgamate con innesti di altre letterature orientali e occidentali, e ne scaturisce qualcosa di diverso, di moderno e di nuovo.
Nasce nel nord di Sumatra il 28 febbraio del 1911 da una famiglia aristocratica; in tutta la sua vita ha scritto solo cinquanta poesie, e tutte a Jakarta dove si era recato per motivi di studio, molte sono quelle d’amore per Ilik Sundari, un amore sfortunato, che dovette lasciare per rientrare a Sumatra, perché il padre, vice sultano di Langkat, aveva combinato il suo matrimonio con la figlia maggiore del sultano.
Da allora, pur obbedendo visse nel dolore e non scrisse più nulla.
Si avvicinò ai circoli indipendentisti e svolse propaganda per loro.
L’ironia della sorte lo fa morire nel suo paese il 20 marzo del 1946 durante una rivolta popolare contro il sultano e il feudalesimo, e proprio per mano di quei gruppi anticoloniali e indipendentisti che lui stesso sosteneva. Adesso è uno dei 200 “eroi” ufficiali dell’Indonesia.
Poeta dalla lingua difficile, appena nata, non compiutamente codificata e in cerca ancora della sua strada, quindi intrinsecamente sperimentale e in gestazione, una lingua proteiforme che acquista suggestioni e prestiti dalle più svariate lingue con le quali viene in contatto, tanto che la prima edizione dei suoi libri di poesie è accompagnata da molte note che spiegano le parole inconsuete, le sfumature di significato e le parole di derivazione straniera.
Di seguito riporto due poesie d’amore nella mia traduzione.
Nella prima il poeta sembra fluttuare in un sacco amniotico, che si agita e ribolle perché è il momento della nascita, ci sarà l’incontro con la madre, con il creatore, con la donna amata, e questa nascita gli appare come una morte, l’invocazione muoio muoio significa in realtà nasco nasco.
Almeno questa è la mia interpretazione.
Menyerkap è una trappola di canne per la pesca, il cielo è allora una trappola da pesca, partecipa anch’esso della natura dell’acqua e come una trappola chiude gli orizzonti in un globo acqueo.
Fluttuo
Fluttuo, amore mio
Io fluttuo
Ho raggiunto la tua mano, aiutami
Il silenzio è su di me
Non c’è suono d’amare, non c’è vento freddo
Non c’è acqua per la mia sete
Ho sete del tuo amore, ho sete dei tuoi sussurri, muoio per i tuoi silenzi
Il cielo è una trappola, l’acqua scorre sulla mia mano, affogo. Annego nella notte.
L’acqua sopra di me ribolle
Anche la terra mi rifiuta
Muoio, amore mio, io muoio!
Hanyut Aku
Hanyut aku, kekasihku!
Hanyut aku
Ulurkan tanganmu, tolong aku.
Sunyinya sekelilingku!
Tiada suara kasihan, tiada angin mendingin
Tiada air menolak ngelak
Dahagaku kasihmu, hauskan bisikmu, mati aku sebabkan diammu.
Langit menyerkap, air berlepas tangan, aku tenggelam. Tenggelam dalam malam.
Air diatas mendidih keras.
Bumi didawah menolak keatas.
Mati aku, kekasihku, mati aku!
Nella prossima poesia il canto d’amore sembra scandito dal grande burattinaio, che determinai tempi, le entrate e le uscite di scena, durante il corso della rappresentazione gli amanti sono invece liberi, creano vite e le mille forme delle sensazioni.
A me richiama “Che cosa sono le nuvole” di Pasolini, in particolare nella scena finale quando Totò e Ninetto Davoli sono buttati nella discarica, qui invece gli amanti sono riposti nella scatola, in entrambi i casi guardando le nuvole, oppure oltre il coperchio, le marionette scoprono di essere nate non solo per ubbidire al burattinaio (che mi sembra quasi la personificazione del nulla del Leopardi), ma anche per comporre con il tempo della vita l’estrema illusione di una poesia.
Wayang (A causa tua)
Se amo la vita è per causa tua
come tutti i fiori che stracciano il bocciolo
anche il mio cuore sciama dalle ombre ed esce all’amore
alla sua essenza profumata
viviamo come in un sogno
i nostri movimenti nascono e si sviluppano sullo schermo
sogno ancora e danzo leggero, cosciente e incosciente
il burattinaio mi prende
così rivivo le mille forme sullo schermo candido
col wayang lo riempio di sensazioni, creo vite
il cuore mi segue nell’accordo
di due anime in una sola intimità
sono la tua marionetta e tu sei la mia
regoliamo i nostri canti per il burattinaio
sullo schermo fluisce la visione, scorro lungo il suo ritmo
il ritorno è il tempo di una sola canzone
adesso brillante e veloce scambia i golek
io e te siamo rimessi nella scatola
siamo le sue due marionette
siamo nati per soddisfare il burattinaio
e per comporre una poesia.
Wayang è un teatro con le marionette (golek) tridimensionali
tipico di Java occidentale.
Wayang (Sebab Dikau)
Kasihkan hidup sebab dikau
Segala kuntum mengoyak kepak
Membunga cinta dalam hatiku
Mewangi sari dalam jantungku
Hidup seperti mimpi
Laku lakon di layar terkelar
Aku pemimpi lagi penari
Sedar siuman bertukar-tukar
Maka merupa di datar layar
Wayang warna menayang rasa
Kalbu rindu turut mengikut
Dua sukma esa-mesra
Aku boneka engkau boneka
Penghibur dalang mengatur tembang
Di layar kembang bertukar pandang
Hanya selagu, sepanjang dendang
Golek gemilang ditukarnya pula
Aku engkau di kotak terletak
Aku boneka engkau boneka
Penyenang dalang mengarak sajak.
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