Bar Samarcanda
Si legge volentieri la poesia di Luigi Palazzo, immersa nel presente e latrice di una visione filosofica della contemporaneità. Si avverte nitidamente l'ansia di risposte alla domanda che attraversa l'intero lavoro - che ne sarà di tutto? - un'ansia esistenziale profonda e inesaudibile. Stilisticamente simile alla precedente raccolta - Non raccontarmi il cielo, Manni, 2019 - ne sviluppa i temi, soffermando ora maggiormente lo sguardo sulle persone incontrate e sulle loro storie, con ricchezza di rimandi socio-culturali e pastiche linguistici che rendono molti testi originali e vivaci (simpatici anche i post-it, in particolare il quarto: Credete/ che/ questa/ sia/ poesia?). Prevalgono però, nell'insieme, le amarezze, le vite spezzate, i sogni irrealizzati. Non parla quasi mai di sè il poeta - anche se è lui a chiedersi che ne sarà di tutto? e ancora lui a nascondersi in Un uomo - dà voce invece, come si diceva, agli altri, costruendo una strana galleria di vivi e di morti che sono passati al Bar Samarcanda, in qualche luogo del tempo. Tra le poesie più riuscite vorrei citare: I sette, Uccio, L'Alfredone, Rita, Il ladro gentiluomo, Il sonetto di Rossana, Retro bottega, Felicità, Mariana, Un ragazzo a un tavolino con una ragazza, Nico e Sara, Un padre, Quando segnava Shevchenko, Corsaro che va alla luna.
L’Alfredone
Mentre racconta di come ha trovato su internet
un’offerta per viaggiare in Egitto
col braccio destro
tatuato di una croce e una farfalla
sposta l’amico che vuole pagare gli amari.
La scorsa settimana
ha caricato in macchina
il cane del vicino
un rottweiler nero
che aveva morso la figlia al polpaccio
e lo ha portato in campagna
sotto a un ulivo
lo ha tramortito a bastonate
gli ha strappato la mandibola con una tenaglia
e lo ha seppellito che ancora ansimava.
*
Il sonetto di Rossana
Mentre ascolta l’amica divorziata
che le ostenta in accento milanese
com’è duro arrivare a fine mese
– e a Milano però non c'è mai stata –
rosicchia un’oliva e beve aranciata.
Vorrebbe avere un figlio e fare spese
ma difende il padre dalle pretese
per debiti che stringono a ogni rata.
Quando è sola balla Puttin' on the Ritz,
si divide tra lavoro e palestre,
si rifugia in un sonetto di Dante.
La luce di un lampione, tra le tante,
va a benedire tra teste e finestre
le guance rosse di livore e spritz.
*
Un uomo
"...Drive fast, fall hard, I'll keep you in my heart..."
Abbi cura
di perderti in un sorriso
non avere paura
della luce
e delle nuvole
che appaiono e scompaiono
come autobus
di passaggio
dalla fermata vuota.
Tieni stretto
il tuo diario
in mezzo all'uragano
che mi sradica.
Vado
lontano.
Una stella
veglia sul nostro passaggio
e ogni sguardo al cielo
ci avvicina
alla memoria
di ciò che siamo
adesso.
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