Enūma Eliś . Le poesie d’amore di Mimmo Grasso
Ci sono maestri che lasciano un segno profondo nella nostra vita. Hanno il coraggio di mantenere le loro scelte culturali e politiche con coerenza e determinazione. Per me uno di questi è Mimmo Grasso. Dice di se stesso: Ho dentro il sangue di tutto il Sud, nonno pugliese, nonna siciliana, madre napoletana e padre cosentino. Poeta e saggista, si occupa di cinema con Giuseppe Ferrara e di teatro con la compagnia “Asylum Anteatro ai Vergini”. In circa 40 anni numerose le raccolte poetiche in edizioni bilingue e a tiratura limitata. Dice della poesia: la poesia è una danza: vuole spazio intorno a sé, danzare richiede muscoli e esercizio. E io direi anche che la poesia necessita di una forma di isolamento purificatorio, di una particolare meditazione che aumenta la capacità di connettersi con il profondo e di conversare con le scritture antiche e contemporanee come Mimmo Grasso ha sempre fatto, regalando sillogi di raffinata e elaborata natura. La conoscenza profonda dei classici della poesia del Novecento, miscelata con le suggestioni dialettali e orientali da lui frequentate con assiduità gli hanno permesso degli esiti stilistici di grandissima originalità, le cui sonorità si intrecciano a una segnatura musicale determinante. Poesia e musica. Poesia è musica. La forza vulcanica del dialetto si fonda con questa ricerca fonica ed esperenziale, che non lascia mai anche il portato etico ed epico della scrittura. Mimmo Grasso è un uomo di grande sensibilità politica, che ha saputo coniugare nella sua vita l’amore per la letteratura con la passione politica. L’amarezza che traspare nei suoi versi nasce anche dalla nostalgia di quella comunità sociale coesa che abbiamo visto lentamente naufragare e che rimane un’utopia irraggiungibile, che smargina e stressa ogni nostra sensazione di pace. Cura la collana I poeti di Vico Freddo, per la casa di libri d’artista “il laboratorio/le edizioni” di Nola ed è segretario dell’Institutum Pataphysicum Partenopeium. Tra i saggi, “esercizi di stile” alla Queneau — orientati a intercettare le costanti nelle procedure del pensiero — si ricordano Rive, rime, rêve in Alfonso Gatto (Magi, 2005), Parla come pensi (sul linguaggio politico, Napoli, La Città del sole, 2006), Artelandia (viaggio nella land art, Napoli, tiratura limitata), Il territorio dei versi (isomorfie tra versi e territori, Napoli, Autori & Editori, 2012). Le sue opere poetiche sono state tradotte in varie lingue, tra cui l’arabo. Nel nuovo libro Enuma Elis, ed. Keiron Network 2021, Mimmo Grasso elabora il focus dell’amore quotidiano. Enūma Eliś significa Quando in alto è l’incipit della teogonia accadico-babilonese; si parte dalle origini delle origini della creazione. Mimmo Grasso esplora i miti della “teogonia” domestica in cui il rapporto a due è narrato mediante situazioni e vissuto che danno luogo a “duetti” teatrali con donne inventate ma reali nel senso che il poeta fa entrare in gioco la modalità femminile della sua mente.
nel mare. ti vorrei incatenata
a un sorriso indelebile, alle rime
d’onda, una sopra l’altra, a queste trine
che inargentano l’isola illunata.
sto cantando per te in bela maniera
il mio sonetto è una trappola arcana
entra e rimarrai in ceppi. questa sera
veglio coi cedri la stella diana.
la nota più alta apre la voliera,
torna la tortora alla tramontana.
Liricità assoluta e forte disciplina stilistica sono due elementi fondamentali del suo pensiero poetante. In questo libro affronta l’amore nella sua quotidianità, intercettando la forma ancestrale e mitologica di una alchimia quotidiana, che si incarna nei piccoli gesti dello stare insieme. Enūma Eliś è un oggetto che vede più arti al suo interno, allestito dal musicista, calligrafo, videomaker Antonio Poce, in Ferentino, ed edito nel 2021 da Keiron Network di Bolzano, in tandem col Laboratorio di Nola.
La parola, l’immagine, la musica, sono le tre direzioni che danzano nel testo, che ha anche grandissime risonanze psicoanalitiche. Eros e Psiche sono personaggi che si intrecciano alla realtà quotidiana, specchio di forze energetiche profonde che giocano drammaticamente con la vita e con la morte, con la vertigine dell’abisso e con le voragini del desiderio che spinge dal basso verso l’alto. Nella poesia di Mimmo Grasso fortissimi sono questi due movimenti, uno ascensionale verso l’alto e uno che sprofonda verso il basso, un bipolarismo psichico/poeitico che rispecchia l’andamento ondulatorio e spaesato dell’anima contemporanea.
Nella prefazione Jack Arbib avverte di scoprire i loci donati attraverso degli affreschi. Ali, ad esempio: quelle della Nike mutilata, le scritte tatuate sulle spalle di Psiche-Euridice, quelle trovate su un attaccapanni in un armadio.
L’amore rappresentato nella silloge è anche battaglia, mascheramento, fuga e seduzione.
vedo che leggi, assorta.
percepisco un ronzio ostinato.
mi fa sentire nudo il tuo silenzio
che mi chiude lo stomaco, un reflusso.
.
nei tuoi capelli c’è un volo di storni.
non cosa dirti, magari
che apri il mio cassetto ci trovi una poesia
scritta per te, per questa situazione,
e uno scatolo con uno specchio
dal tuo fiato appannato
con te che leggi, assorta,
mentre io seguo un viottolo
e mi fermo su un bivio
Mimmo Grasso crea qui una conversazione con un femminile cantato e presente, desiderato e corteggiato, dialoga con intensità e ironia con un femminile immaginale. Nella silloge tanti i simboli arcani e iconici della Madre Mediterranea. Come poeta militante ha attraversato tante esperienze, come quella del gruppo "Altri Termini", un'officina dello sperimentalismo letterario napoletano. Vive la poesia come un’esperienza clandestina dedicata a pochi lettori, non cerca case editrici commerciali ma si è impegnato per pubblicare libri a bassa tiratura con la collaborazione del Laboratorio del Nola di Vittorio Avella e di Antonio Sgambati. Afferma "Mai essere della maggioranza". Mimmo Grasso organizza da sempre incontri in luoghi impensabili, dagli ipogei alla dimora "Il fiume di pietra" sul Vesuvio e ha ideato "Le isole si accendono", un momento di condivisione per far conoscere la poesia che vede la partecipazione di cento città del mondo nel giorno del Solstizio d'estate. Lavora con altri operatori poetici, tra cui Marcello Colasurdo e Marzouk Mejri, perché crede nel senso d'unione e nel lavoro di squadra. La poesia di Mimmo Grasso attinge ai simboli di Napoli, alla ricerca di una identità civile da recuperare. La musica è essenziale nella sua esperienza poetica. Infatti spesso ha utilizzato i ritmi arcaici della tammorra, che ha imparato a suonare "perché fatta di pelle, visto che il piede metrico è un fatto di pelle" e che hanno ispirato il poema "Taranterra", testo sulla possessione e il dionisismo.
Come Segretario dell'Istituto Patafisico Partenopeo, Mimmo Grasso ( ribattezzato Pataturk) indica nel principio di imperturbabilità la sua armatura filosofica e esistenziale. Anche in questo libro di poesie d’amore, la misura tra passione e ironia è in equilibrio perfetto. E’ presente tutta una nomenclatura di oggetti e di gesti quotidiani e domestici, che diventa la cartografia illuminante e simbolica della casa vissuta come tempio privato della coppia, dove ogni dettaglio è epifania segreta di un incontro. La mappa degli oggetti canta l’amore e la prossimità, senza cadere mai in scontate e barocche aulicità. C’è in questo vocabolario intimo un pudore e una delicatezza antica, che offre eleganza e pregnanza reale a ogni verso. Patafisica è soprattutto l’arte del vedere ogni sistema di oggetti come un insieme di segni sospesi tra realtà, simulazione e rappresentazione. Maestri patafisici sono Baudrillard, Umberto Eco, Edoardo Sanguineti, Fernando Arrabal, Dario Fò e Camilo Josè Celo che hanno continuato la ricerca del suo fondatore Alfred Jarry, mantenendo lo spirito del suo mitico personaggio Perè Ubu. L’illusione non si oppone alla realtà. L’immagine lega la sua intensità alla negazione del reale. Una volta disincarnata acquista un potere di fascinazione che diventa medium dell’oggettualità pura, fino a trasformarsi in un’ entità trasparente e seduttiva. Anche il linguaggio poetico patafisico tende a destrutturare il reale, a decostruire il verso attraverso il meccanismo dello spostamento ironico del significante. tutto quello che vediamo e nominiamo è qualcosa ma è alche un’altra cosa. La sfida messa in atto è affrontare l’orrore del ridicolo che destabilizza e porta a uno spaesamento fertilizzante del processo creativo. E in questo Mimmo Grasso si cimenta assolutamente da maestro.
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