
Gli Horcrux in Harry Potter e il tema cristologico
In passato mi sono già occupato della valenza cristologica presente in Harry Potter della Rowling. Spulciando con minuzia i lavori della Rowling si evince come il maghetto di Godric's Hollow [1] non sia così lontano metaforicamente parlando dal Cristo redentore e come Tom Orvoloson Riddle alias Lord Voldemort rappresenti l’incarnazione del demonio. Nel presente lavoro si vuole, però, esaminare un nuovo aspetto dell’opera, cioè da chi l’autrice abbia mutuato il concetto di Horcrux. Per prima cosa, per i più digiuni delle storie del maghetto di Godric's Hollow è bene fare una digressione su tale tipologia di oggetto magico. Un Horcrux è un oggetto in cui un mago oscuro ha nascosto un frammento della propria anima al fine di raggiungere l'immortalità. La creazione di un Horcrux è un procedimento cruento poiché richiede l’omicidio, pratica fondamentale per la suddivisione della propria anima. T, poiché viola le leggi della natura e della morale, e richiede di compiere un'omicidio, l'atto di malvagità più grande. Dato che gli Horcrux sono preziosi per chi li ha creati, sono solitamente protetti per evitare che vengano rubati o distrutti con contro-incantesimi o maledizioni[2]. Gli Horcrux sono considerati la forma più oscura di pratica magica [3]. Stando a ciò che si evince dall’opera della Rowling, il primo Horcrux sarebbe stato creato da Herpo il Folle, nell'antica Grecia. Nella storia magica, l'unico altro creatore di Horcrux sarebbe Lord Voldemort[4]. Tutti gli argomenti relativi agli Horcrux sono banditi negli insegnamenti magici e presso la Biblioteca della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts non vi sono libri che ad essi facciano riferimento. Pochissimi volumi manoscritti, o a stampa, menzionano gli Horcrux e nel caso con pochi dettagli: Delle Magie Fetide e Putridissime, un libro incentrato sulla magia nera, accenna appena all'argomento degli Horcrux. Solo un volume esistente nel mondo magico, Segreti dell'Arte Più Oscura, contiene informazioni dettagliate sul metodo di creazione di un Horcrux e sulle sue conseguenze. Nel mondo magico non esiste alcun libro che parli della creazione di Horcrux multipli da parte di una stessa persona, cioè la pratica attuata da Voldemort. Tom Riddle, alias Lord Voldemort, iniziò a crearli dopo aver chiesto un parere sulla questione al professor Horace Lumacorno, con la scusa di avere curiosità puramente accademiche. Queste le parole del Professore per definire l’incantesimo: «Si definisce Horcrux un oggetto nel quale una persona ha nascosto parte della sua anima... Be', si spacca l'anima, capisci» rispose Lumacorno, «e se ne nasconde una parte in un oggetto al di fuori del corpo. Quindi, anche se il corpo viene colpito o distrutto, non si può morire, perché parte dell’anima resta legata alla terra, intatta»[5]. In realtà, quando Tom Riddle frequentò la Scuola, la Biblioteca ancora conservava un’opera che parlava dettagliatamente di tale pratica, Segreti dell'Arte Più Oscura. A causa della terribile natura del libro, Albus Silente lo nascose nel suo ufficio quando divenne Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Tom Riddle trovò le informazioni necessarie per creare un Horcrux in questo libro prima che Silente ne prese possesso. Benché un Horcrux possa essere qualsiasi cosa, incluso un essere vivente, era particolarmente consigliato creare un Horcrux da un oggetto inanimato per limitare le possibilità che potesse essere distrutto. Inoltre, Tom Riddle scelse tutti oggetti magici già molto potenti per loro conto. «Questo contiene istruzioni esplicite su come fare un Horcrux. Segreti dell'Arte Più Oscura... è un libro terribile, veramente orrendo, trabocca di magia malvagia. [...] E più ne leggo più mi sembrano orribili e meno riesco a credere che ne abbia fatti veramente sei. Questo libro dice chiaramente che se si fa a pezzi l'anima si diventa molto instabili, e parla di un solo Horcrux!»[6]. Va, inoltre, detto che l’Horcrux, in quanto frammento dell’anima, sembrerebbe mantenere l'identità del proprio creatore al momento della sua creazione. Ad esempio, Voldemort, creò un Horcrux (il suo diario) durante il suo quinto anno a Hogwarts. Per questo, il frammento dell'anima contenuto all'interno dell'Horcrux prese le sembianze e il carattere di Voldemort sedicenne.
È ora opportuno chiedersi se questa invenzione sia tutta della Rowling, oppure se abbia mutuato l’idea da qualche leggenda o mito. La risposta corretta è la seconda, e proprio come la mandragora e la pietra filosofale, essa proviene dal mondo Medievale. Gli Horcrux ci conducono, infatti, alla mitologia slava e alla leggenda di Koščej. Esso è normalmente rappresentato da un uomo anziano, emaciato, dall'aspetto sgradevole, ricchissimo, ma molto avaro. Tale personaggio trascorreva la maggior parte del tempo a custodire e ammirare il suo oro[7]. Veniamo ora agli Horcrux e alla loro valenza, Koščej è, infatti, soprannominato «l'immortale» perché non può essere ucciso se non viene prima distrutta la sua anima che però tiene separata dal corpo e ben nascosta dentro un ago, all'interno di un uovo, dentro un'anatra che nascosta all'interno di una lepre rinchiusa in una sacca di pelle, che sta dentro una cesta di ferro sepolta ai piedi di una grande quercia nella favolosa isola di Bujan in mezzo al vasto oceano. Ecco allora che emerge la pratica magica, Koščej aveva diviso la sua anima e una parte di essa era separata dal corpo e tenuta ben nascosta, stessa identica pratica attuata da Voldemort, che però, a differenza di Koščej, l’aveva nascosta in più oggetti.
Tale figura, storicamente, potrebbe aver avuto origine dalla demonizzazione del khan Konchak, comandante dei Cumani nella seconda metà del XII secolo citato nel Canto della schiera di Igor[8].
Prima della Rowling, furono influenzati da tale personaggio i fratelli Arkadij Natanovič e Boris Natanovič Strugackij, i quali nel loro romanzo del 1965, Lunedì inizia sabato, lo inserirono nella trama. Koščej è trattenuto nel vivarium dell'Istituto di ricerca su magia e stregoneria di Solovets: «Mi soffermai vicino a Koščei il Senza Morte. Il grande mascalzone abitava in una gabbia separata e confortevole, con tappeti, impianto di condizionamento dell’aria e scaffali per libri. Alle pareti della gabbia erano appesi i ritratti di Gengis Khan, Himmler, Caterina de’ Medici, uno dei Borgia e un altro… probabilmente Goldwater o McCarthy. Koščei in persona, con le gambe incrociate, stava di fronte a un grande leggio con una copia offset del Malleus Maleficarum. Allo stesso tempo faceva degli sgradevoli movimenti con le lunghe dita: come se stesse avvitando, infiggendo e strappando qualcosa. Era trattenuto in carcerazione preventiva infinita fin tanto che erano in corso le infinite indagini sui suoi infiniti crimini (...)»[9].
Tornando, però, ad Harry Potter ed al tema salvifico cristologico è bene fare alcune precisazioni. Per cominciare la singolarità di Harry, quella che lo costituisce nell’intrinseco del suo ruolo di personaggio, è la sua relativa immunità alla magia oscura, cioè al male. Harry è incorruttibile, non può essere scalfito dalla magia oscura, perché il sacrificio della madre, Lily Potter, ha generato un incantesimo che rende immune agli incantesimi dell’Oscuro Signore.[10] Qui emerge prepotentemente il tema dell’amore salvifico, non esiste atto di amore più grande, per il mondo cristiano, che dare la propria vita per salvare quella di chi si ama. Tale atto di amore estremo si ripeterà anche alla fine dell’ultimo capitolo della saga, Harry Potter e i doni della morte II[11], quando il mago decide di dare la propria vita per salvare l’umanità, cioè il mondo magico. Inoltre rimanendo proprio su tale tema, come si scoprirà alla fine della saga, Harry ha sempre costituito, per chi ne era al corrente come Albus Silente,[12] l’agnello sacrificale per salvare l’umanità e annientare per sempre il male. Harry infatti avendo dentro di sé un pezzo dell’anima dell’Oscuro Signore è destinato a perire assieme a quest’ultimo.
I parallelismi tra Cristo Salvatore e il maghetto di Godric's Hollow non si esauriscono qui. Egli infatti, come Cristo, sopravvive alla morte, sconfiggendola, entrambi risorgono e ritornano alla vita. Harry, grazie alla pietra della resurrezione[13] e allo scudo generato dalle anime dei suoi cari evocate grazie al potere di quest’ultima, dopo avada kedavra sferrato da Lord Voldemort, riesce a sopravvivere. Di nuovo ritorna il tema del sacrificio, le anime dei suoi cari che si interpongono tra lui e il colpo lanciato dall’Oscuro Signore e il sacrificio della vita da parte del ragazzo per salvare quella di coloro che ama[14].
A questi temi, proseguendo per ordine, si può tranquillamente e doverosamente aggiungere quello dell’apostolato, come Cristo, anche Harry ha numerosi seguaci pronti a dare la vita per la persecuzione del bene. Tale tema si fa sempre più forte a mano a mano che si procede con la lettura dei libri. Inizialmente i fedelissimi di Harry sono solo Hermione e Ron[15], ma poi quando ci si inizia a rendere conto che Harry è realmente il prescelto, il salvatore, l’unico in grado di liberare dal male il mondo magico, le sue schiere iniziano ad accrescersi. Il ruolo giocato dai seguaci di Harry, man mano che ci si avvicina alla fine della saga, diviene sempre più importante, proprio come gli apostoli cristiani, quelli di Harry vagano per il mondo magico cercando di assoldare più seguaci possibili, pronti a combattere per il bene. Inoltre molti di loro, proprio come quelli cristiani, dopo la pseudo morte di Harry, sono ancora disposti a combattere e a sacrificare la loro vita.[16]
La struttura fondamentale e fondante del libro di Harry Potter è quella di una lotta per il bene e contro il male, per la verità e contro la menzogna. In un certo senso questa struttura si oppone direttamente alla cultura oggi dominante, a quello che Benedetto XVI chiama il relativismo etico. In una delle scene madri della saga, che certo sarà piaciuta al Papa se mai la ha letta, Voldemort cerca di indurre in tentazione Harry. Non esiste né verità né menzogna, gli dice. Non c’è né il bene né il male. C’è solo il potere. Il potere fa la verità. E Voldemort offre a Harry di condividere il potere, ma Harry gli risponde, semplicemente, no. A ciò si collega un ulteriore tema fondamentale: la tentazione. Proprio come Cristo dal Demonio, così Harry è continuamente tentato da Lord Voldemort. L’Oscuro Signore può entrare nei pensieri del ragazzo, cercando continuamente di corromperlo o di farlo impazzire. Tale strategia diviene sempre più concreta man mano che ci si avvicina al termine della saga, ma Harry, proprio come Cristo, riuscirà sempre a resistere alle tentazioni. Harry a partire dalla morte di Albus Silente inizierà, assieme a Ron ed Hermione, a vagabondare alla ricerca degli horcrux,[17] oggetti nei quali Voldemort ha racchiuso frammenti della sua anima e che garantiscono l’immortalità dell’Oscuro Signore. Questa ricerca costituisce, oltre che la chiave per sconfiggere il male, una sorta di prova dello spirito, poiché ogni volta che Harry si avvicina ad uno di questi oggetti soffre molto e il potere di Voldemort sulla sua coscienza si fa più forte. Dunque queste prove sembrano essere quasi una preparazione spirituale all’estremo sacrificio, quello della vita per il bene comune.
Infine, la parola di Harry, come quella di Cristo, è in grado di convertire al bene, come nel caso di Draco Malfoy. Il maghetto ha sempre risposto amorevolmente alle ingiurie del compagno di scuola, salvandogli anche, in più di un caso, la vita.
Harry Potter è dunque, senza il rischio di cadere in blasfemia, il Salvatore per il mondo magico, prescelto e disposto all’estremo sacrificio pur di raggiungere il bene e la salvezza del suo universo e dei suoi amici.
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[1] J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, edizione a cura di Stefano Bartezzaghi, traduzione di Marina Astrologo, Milano, Salani, 2017, p. 14.
[2] Harry Potter e il calice di fuoco, Capitolo 33 (I Mangiamorte).
[3] http://www.hp-lexicon.org/magic/devices/horcruxes.html
[4]. Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 23 (Gli Horcrux)
[5]. Harry Potter e il calice di fuoco, Capitolo 33 (I Mangiamorte).
[6] Ibidem.
[7]. A. Johns, Baba Yaga: The Ambiguous Mother and Witch of the Russian Folktale, Peter Lang, 2004.
[8] E. Warner, Dei, eroi e mostri della mitologia russa, Milano, Mondadori, 1985, p. 56.
[9] A. Strugatskij e B. Strugatskij, Lunedì inizia sabato, Ronzani Editore, 2019, p. 112.
[10] I seguenti nomi sono tutti quelli con cui può essere chiamato Lord Voldemort: Tom Orvoloson Riddle (nome babbano originario), Signore Oscuro, Tu sai Chi, Colui che non può essere nominato.
[11] J. K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte, edizione a cura di Stefano Bartezzaghi, traduzione di Beatrice Masini, Milano, Salani, 2017, pp. 587 – 598.
[12] Mago più potente del mondo magico e preside di Hogwarts.
[13] È uno dei tre doni della morte assieme alla bacchetta di sambuco e al mantello dell’invisibilità.
[14] J. K. Rowling, Harry Potter e i doni, pp. 582 e 587.
[15] In riferimento a Harry Potter e la pietra filosofale e Harry Potter e la camera dei segreti.
[16] Un esempio eminente è costituito da Neville Paciock che dop la pseudo morte di Harry non è disposto a passare dalla parte di Voldemort ed è pronto a morire per il bene.
[17] Sono 7: la coppa appartenuta a Tosca Tassorosso, il medaglione di Salazar Serpeverde, il diadema di Priscilla Corvonero, il diario che aveva da giovane, l'anello dei Peverell tramandato ai Gaunt e contenente la Pietra della resurrezione e Nagini; inoltre, lo stesso Harry Potter costituisce un Horcrux involontario.
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