Il cuore è una bambina di neve
Il concetto di confine è centrale nella poesia di Rubina Valli, che pubblica nel 2020 la raccolta appunto intitolata “Confini” con Terebinto Edizioni.
Il confine può rappresentare una ferita, una lacerazione, una rottura tra due mondi, due realtà, due identità. Il confine può essere fonte di sofferenza, di angoscia, di senso di inadeguatezza.
Il confine può essere il segno di una perdita irreparabile, di una mancanza insopportabile, di una separazione definitiva. Il confine può essere il simbolo dell’impossibilità, dell’impotenza, dell’incomunicabilità.
La lama esatta tra il cedere e il negare
Il bilico diafano tra uscire e lasciare entrare
Il margine cedevole tra il proteggersi e il rischiare
Il tratto inviolabile tra il abitarsi e lasciarsi abitare
Il confine può nel contempo però diventare una porta, un accesso, un passaggio verso il nuovo, verso l’altro e contestualmente verso sé. Il confine può essere fonte di scoperta, di curiosità, di arricchimento. Il confine può essere il segno di una trasformazione, di una crescita, di una maturazione. Il confine può essere il luogo dell’incontro, del dialogo, della condivisione. Il confine può essere il simbolo della possibilità, della potenza, della comunicabilità.
Ѐ l’oltre, oltre cui guardare.
La poesia di Rubina Valli si muove tra questi due poli opposti e contraddittori, cercando di esplorarne le sfumature e le tensioni.
La poetessa non si limita a descrivere i confini che ha vissuto o immaginato, ma cerca di oltrepassarli, di superarli, di reinventarli. La sua scrittura è un atto di coraggio a vivere i limiti con cuore aperto, a trasformarli con creatività.
Ed ecco che allora la ferita diventa un nido / un groviglio di silenzi e spaventi / sul fondo di un pozzo nero dove la persona amata diviene l’appiglio di luce a illuminare la strada.
Non sempre la persona amata riesce a proteggere il confine intorno al quale si è costruita la relazione, a “spingere dentro la paura e non lasciarla andare” e, per quanto si provi a chiudere il cerchio, spesso il confine viene valicato definitivamente e si verifica l’abbandono:
A occhi chiusi
Ho posato l’anima sulla tua voce
Come un dono silenzioso
Come un seme di luce
Eppure non è bastato.
La raccolta si compone di due sezioni: “Confini” e “Sassi”. Nella prima sezione, la voce poetica si confronta anche con i confini spaziali che caratterizzano il suo vissuto biografico. Nata a Mantova nel 1981, Rubina Valli ha vissuto tra l’Italia e la Svezia per dieci anni prima di tornare nella sua città natale.
Le sue poesie sono intrise di ricordi, fotogrammi e sensazioni legate ai luoghi in cui ha vissuto e alle persone che ha incontrato.
Nella sezione “Sassi”, si narra delle assenze, dei dolori, delle mancanze che spesso si trasformano in pietra.
Il sasso è però anche un oggetto che rimanda alla memoria, oltre che alla durezza e alla freddezza della morte. Ѐ tutto quello che pesa sul cuore:
L’amore che non ti ho dato
S’è fatto sasso
Rimane tutto qui
Cucito nel petto
A schiacciarmi il respiro
Ma la tua voce
Mi canta nelle ossa
Le imbianca
Anche il silenzio viene inserito nell’ottica del confine:
silenzio / fatti alveo / per la pienezza / del mio pensiero / racchiudi / rinchiudi / in calda / trasparenza / la mia esagerazione / di vita. / spazio, / accoglimi / avvolgimi / di luce ambrata / e ombra fluida / in una città / lontana. / aria, / lasciami / sulla pelle / un odore nuovo / respirami / inspirami e / dolcemente / partoriscimi.
In questi versicoli si nota la potenza generativa del silenzio e dell’aria che all’apparenza potrebbero sembrare sterili contenitori e invece interagiscono e trattengono la vita continuamente. O la fanno nascere.
Il silenzio può tuttavia essere un’assenza di suono e rumore, un momento di calma e tranquillità, ma anche una mancanza di comunicazione che può ferire le persone che stanno al nostro fianco. Anche il silenzio può essere una ferita o una lacerazione che separa le persone e le allontana.
Confini è una raccolta di poesie che colpisce per la sua sincerità e limpidezza. È un’opera che invita a ridiscutere i propri confini e quelli degli altri per ridisegnare la propria idea di bellezza.
La scrittrice Rubina Valli vive fra Mantova e Stoccolma dal 2007, lavora come insegnante e traduttrice, ha scritto per pagine web su temi legati all’ambiente e alla genitorialità consapevole, e ha scritto per il blog del centro culturale Kulturhuset di Stoccolma. Ha pubblicato poesie e racconti in antologie con Giulio Perrone Editore, è coautrice di ABCdiario di lingua e mitologia urbana, edito da Zandegù.
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