Il profilo del mondo
In Skyline (CLEUP, 2020), l’ultima raccolta di racconti di Annalisa Bruni, la sesta dopo Storie di libridine (2002, finalista Premio Settembrini-Regione Veneto 2003), Altri squilibri (2005), Della felicità donnesca (2008) Tipi da non frequentare (2013), Tipe da frequentare (ma per quanto?) (2015), ritroviamo i temi preferiti dalla scrittrice: i libri e le relazioni umane.
La protagonista del racconto Tutto per un libro è afflitta da bibliomania, anche detta morbo di Gutenberg, contratta da bambina, quando, ricevuti in dono i suoi primi libri di favole, preferisce sfogliarli invece che giocare con gli amici durante una festa in suo onore, con grande disappunto degli adulti presenti. Da allora predilige “l’individualista occupazione” della lettura e, convinta di essere un’asociale, una disadattata che si rifugia nella solitudine dei libri per fuggire alle difficoltà della vita, si rivolge a uno psicoanalista in cerca d’aiuto.
Ma è davvero una malattia la sua? Non sono forse i libri (leggerli e scriverli) un modo per penetrare meglio nel mistero degli esseri umani e delle relazioni tra loro?
E che dire del mondo che gira intorno ai libri? Librerie, case editrici, riviste, agenzie letterarie, presentazioni, fiere, trasmissioni radiofoniche e televisive, festival letterari, sono tutte occasioni di incontro tra le persone e spesso anche di scontro, come avviene nel racconto L’assenza. Qui Annalisa descrive con grande ironia certi vip letterari, la loro prosopopea, il loro narcisismo, l’ansia da prestazione e di notorietà, il vuoto cosmico delle loro frasi fatte, che si ripetono sempre uguali. L’assenza è il vuoto di contenuti, il disinteresse nei confronti della qualità letteraria di un testo, il parlare senza aver letto, senza avere la minima idea di ciò di cui si sta dissertando. Ma l’assenza è, anche e soprattutto, il titolo di un finto romanzo, che non ha letto nessuno, e che tutti si sentono in dovere di incensare per non sfigurare davanti agli odiati colleghi.
Nel racconto Eyre vs Brontë, che apre la raccolta, un personaggio letterario famosissimo, Jane Eyre, porta in giudizio Charlotte Brontë, la sua creatrice. Con quale accusa? Quella di averle assegnato un destino non coerente con il suo carattere e troppo in linea con i dettami dell’epoca. Jane trova ingiusto che Charlotte, dopo averle attribuito un carattere volitivo, indipendente, se non addirittura ribelle, non trovi di meglio che farle vivere una vita sacrificata all’invalidità del marito. “Questo chiedo, di aver restituita la mia dignità con un altro finale. Un finale che sia mio, coerente a me stessa e non ai sogni romantici di una scrittrice che non sa cosa sia l’amore, che non sa cosa sia la vita”. Un’accusa nei confronti della letteratura romantica che ha cresciuto generazioni di donne con un’idea falsata dell’amore, portandole a negare se stesse e le proprie esigenze per essere oblative nei confronti del partner. E una riflessione sul tema del destino, tema annunciato dalla citazione tratta da Le braci di Sandor Marai e posta in esergo alla raccolta, che recita: “Quando il destino, sotto qualsiasi forma, si rivolge direttamente alla nostra individualità, quasi chiamandoci per nome, in fondo all’angoscia e alla paura esiste sempre una specie di attrazione, perché l’uomo non vuole soltanto vivere, vuole conoscere fino in fondo e accettare il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo e alla distruzione”. Il destino dei personaggi letterari, dunque, come quello degli esseri umani, non si può cambiare, ed è visibile e comprensibile solo retrospettivamente, quando la loro storia viene raccontata.
Così Annalisa ci conduce per mano attraverso storie di matrimoni falliti, violenza domestica, fatica femminile di affermarsi, amicizia e competizione tra donne, desideri vertiginosi, cura di sé attraverso la poesia, amori collaudati.
Sedici racconti ironici e malinconici, godibili sempre, che disegnano il profilo di un’umanità in cammino tra contraddizioni, relazioni imperfette, scelte difficili, sofferenze e rinascite, ricordi e sguardi verso il futuro. Un’umanità che si staglia sullo sfondo di una realtà sempre più complessa e difficile da decodificare. Per fortuna, però, ci sono i libri che ci aiutano a sopportarla.
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