In conversazione con Salvatore Caricato, giovanissimo artista guagnanese
Passione, determinazione e una dose consistente di creatività. Potrebbero essere questi gli elementi che distinguono l'attività artistica del giovanissimo Salvatore Caricato, guagnanese che a soli quindici anni ha già tanto da raccontare. Fra i suoi ultimi lavori, spicca l’immagine realizzata per il concorso poetico letterario ‘Trame di Borghi’, organizzato proprio da Menabò, insieme ai Comuni di Rio Saliceto e di Guagnano, che premieranno i vincitori in due cerimonie distinte, preannunciandosi evento innovativo e pieno di sorprese. Notiamo con orgoglio che Salvatore ha saputo cogliere perfettamente l’anima e l’essenza dell’iniziativa, creando in poco tempo una grafica identitaria ed efficace.
Dinamico fin da piccolo, attivo nella comunità anche grazie all’associazione di promozione sociale Officine Arca, della quale da tempo risulta socio, Salvatore ha manifestato da subito un grande interesse verso l’arte in tutte le sue forme. Non a caso, eccelle nel disegno così come nella musica, esibendosi da qualche anno come primo clarinetto nelle manifestazioni scolastiche. D’indole umile e generosa, nel tempo ha saputo guadagnarsi la stima e l’ammirazione di adulti e coetanei, colpiti da un talento a volte eterogeneo, ma costante e determinato. Nell’estate scorsa, si è reso anche protagonista di un processo di riqualificazione urbana del Comune di Guagnano; in questa occasione, Salvatore ha trasformato vecchie saracinesche e muri logori del centro storico in vere e proprie opere d’arte, attraverso la realizzazione di 4 murales che riproducono scene legate alle tradizioni e all’identità del territorio. A novembre, ha avuto l’onore di ritrovarsi a Mantova fra i 35 finalisti del Concorso Internazionale “Leggero come un macigno”, a fianco ad artisti internazionali, fra l’orgoglio della famiglia e delle persone che lo sostengono.
Abbiamo incontrato Salvatore e nell’occasione abbiamo approfittato per rivolgergli qualche domanda.
Salvatore, raccontaci la tua esperienza artistica, sottolineando i momenti salienti che ti hanno permesso di coltivare e portare avanti la tua passione.
Ho iniziato a disegnare all’età di 4 anni, incuriosito da tutto ciò che riguarda l’arte e il suo mondo. Ogni occasione era buona per mettere le mani sul foglio e creare forme, personaggi, animali, qualsiasi cosa. Non disegnavo solo a casa, ma in qualsiasi luogo in cui mi trovassi. Per questo a un certo punto ho iniziato a portarmi sempre appresso un blocchetto, e munito di matita e gomma non esitavo mai a lasciare una traccia di ciò che vedevo o che mi passasse per la testa. Ho coltivato questa passione, e infatti finora non mi ha mai abbandonato. Ecco spiegata anche la scelta del Liceo Artistico ‘Ciardo Pellegrino’ di Lecce, un tipo di formazione in linea con la strada che voglio seguire. Grazie a questo percorso di studi, ho la possibilità di imparare e approfondire tanti aspetti che riguardano questo mondo.
I tuoi lavori racchiudono stili e visioni diverse. Quale processo ti ispira o ti appartiene maggiormente?
Finora ho sperimentato tecniche diverse e modi di disegnare anche molto distanti fra loro. L’ho fatto proprio per mettermi alla prova e sperimentare l’arte nei suoi profili più disparati. Dai murales ai ritratti, dall’iperrealismo ai fumetti. Ho pensato che fosse il modo migliore e più completo per poter trovare la mia strada, quel filone personale che poteva appartenermi pienamente. Al momento, forse, non ho ancora focalizzato bene il mio stile ideale ma posso dire di trovarmi molto a mio agio nella dimensione dell’iperrealismo; in ogni caso, non vorrei abbondare la sperimentazione perché stimola la curiosità, che è lo strumento principale per sviluppare una conoscenza culturale e artistica a 360 gradi.
Il mese scorso hai ottenuto un riconoscimento importante nell'ambito del Concorso Internazionale “Leggero come un macigno”, svoltosi a Mantova. Cosa ha rappresentato per te questo momento e l'opera da te proposta?
La partecipazione a questo Concorso è stata per me un’esperienza grandiosa. Già l’idea di partecipare a qualcosa di così grande, che prevedeva la presenza di artisti, anche affermati, provenienti da tutto il mondo, era già una vittoria. Aver appreso, poi, di essere rientrato fra i 35 finalisti, mi ha riempito di gioia ed entusiasmo che mi incoraggiano a dare sempre di più. La mia opera rappresenta un bambino intento a far volare un palloncino, solo apparentemente leggero; infatti, il disegno, per come l’ho realizzato, rende l’idea della pesantezza, di un macigno vero e proprio che preme verso terra. Rappresenta tutti quei mali che ancora affliggono la terra e che ci sovrastano con la loro forza dirompente, dalla guerra alla violenza. Appena ci hanno comunicato che il mio nome si trovava nella rosa dei finalisti abbiamo organizzato il viaggio per Mantova in fretta e furia, non potevo mancare, anche per il valore che il concorso rappresenta e il messaggio racchiuso nel mio lavoro. E’ stata davvero un’avventura speciale che mi porterò nel cuore.
Quali sono i progetti che ti vedono impegnato in questo periodo?
Sto seguendo diversi progetti. Principalmente, questi ultimi riguardano l’ambito scolastico, cogliendo l’occasione del periodo in corso, dedicato all’orientamento didattico. Ho realizzato, ad esempio, a nome dell’Istituto che frequento, una mia esposizione rivolta ai ragazzi della Scuola Secondaria di primo grado. Ora siamo in piena programmazione di altre iniziative in vista delle festività natalizie, e anche in questo caso ci saranno alcuni miei contributi artistici, che includono anche la musica. Ci sono poi diversi disegni che avevo lasciato in sospeso per motivi di tempo ma a cui tengo molto, quindi appena posso li riprendo e cerco di portarli avanti.
Cosa sogni per il tuo futuro artistico e quali traguardi pensi o speri di raggiungere in questo campo?
La mia intenzione è quella di continuare a studiare per approdare poi, dopo il diploma, all’Accademia di Brera di Milano, cercando quindi di formarmi e guadagnarmi un posto nel futuro, nel mondo dell’arte, che sia importante soprattutto per me, per ciò che attraverso l’arte voglio comunicare. Questo sarebbe già un sogno, gli altri arrivano man mano, fra un disegno e l’altro.
Salvatore Caricato
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