Matera - L'anima di un luogo
Elio Scarciglia, Matera, particolare portale Cattedrale

Matera - L'anima di un luogo

diCinzia Caputo




Tutto ciò che è e può essere una città ci fa capire che 

è possibile mettere l’anima in un luogo.

J.Hillman

 L’essenziale è l’Opus che porta al fine, esso conferisce alla durata della vita un senso.

                                                                                                                                                      C.G.Jung 




Seguendo le orme di Jung e degli antichi greci, Hillman sostiene che anche i luoghi hanno un'anima, sono popolati da divinità diverse, assorbono i pensieri e le tradizioni degli uomini che li abitano da secoli o millenni; mai cosa più vera per la città di Matera.

Arrivo a Matera con la luce del giorno, il bianco della pietra dei Sassi si confonde con il bianco di un cielo bianco, la luce cambia e lascia vedere le forme, i ricami e gli intagli delle sue costruzioni. Si passa per l’azzurro, uno stato dell’anima dai toni melanconici e ritmi lenti del blues, mentre  scende la notte e il blu cobalto dipinge un cielo stellato, le luci  si accendono e tutto diventa Oro: siamo a Betlemme, un palcoscenico perfetto dove si iscrivono le storie. Le storie di un tempo, dove questo luogo fatato è stato  teatro dell’inferno, così il paragone con l’alchimia diventa perfetto.

 Dalla nigredo, la putrefazio dei volti sporchi dei bambini dagli occhi chiusi per le mosche tra le ciglia  che  nemmeno scacciano, agli animali rinsecchiti che vivono con loro, i volti scavati degli adulti che neanche sanno dire cosa è la disperazione. Poi, un giorno un Cristo che si è fermato a Eboli, fa finalmente rivedere il bianco, il bianco di un faro che illumina l’orrore. Ci vorrà ancora molto tempo perché l’Opera si compia e trasformi in Oro tutto quel martirio,  è il lapis, la pietra filosofale :  il miracolo che oggi possiamo ammirare. 

 L’intima qualità del luogo è dovuta  all’immaginazione. L’idea che l’immaginazione deve rispondere a un luogo è evidente nel modo in cui i Greci sceglievano la localizzazione dei loro templi, dove le particolari qualità del paesaggio suggerivano all’immaginazione questo o quel  dio,  così che l’architetto veniva “invocato” dal luogo. L’interiorità del luogo “parlava” alla sua immaginazione, rendendo possibile sognare in quel luogo, dove  l’intera psiche ne era immersa,  tanto da poter capire cosa il luogo chiedeva, come cercava di esprimere sé stesso. L’incontro e il riconoscimento di un elemento che è nell’uomo in un oggetto fuori da esso, corrisponde a  quella sorta di rispecchiamento tra natura e uomo che nei Sassi possiamo riconoscere:  Matera come Mater, Madre Terra. 

I luoghi hanno ricordi e la memoria è inscritta nel mondo; così,  il recupero dei Sassi  è un recupero della memoria, la cura di un’amnesia, che quel grande visionario di Olivetti aveva immaginato, vero Genius loci del luogo.   Fu però, tradito  dalla politica democristiana degli anni 50,  solo ai giorni nostri la sua visione ha preso forma dando vita alla Matera di oggi, capitale della cultura nel 2019 e patrimonio dell’umanità dal 1993. 


 Negli anni dell’esilio, una manciata di terra che mi accompagnava nel mio vagabondare e che non aveva peso, per un’ora o due al giorno ecclissava il mio esilio. Lontano dalla mia patria portavo la mia terra. Così al mio fianco e scherzavo con essa come si fa con l’amata e giocavo con essa come con un rosario. Essa mi proteggeva, mi dava forza. Legame con la mia patria, insegnava ai miei piedi il cammino del ritorno…

 Tawfiq Sayigh


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