La politica di Cosimo dei Medici tra esoterismo e relazioni politiche
Nel Gabinetto di Cosimo, e con l’assistenza di Marsilio Ficino e gli altri sapienti del circolo creato da Cosimo, si traducono testi della tradizione filosofica antica,latina e greca, si elaborano imprese letterarie ed architettoniche, raffinate tele di ragno che mettano i Medici al centro della politica italiana ed Europea. Cosimo, dopo un fallito tentativo di imparentarsi con L’Austria, sposò una nobildonna, Elisabetta de Toledo,figlia del vicerè di Spagna ,Pedro I di Toledo di Napoli.Eleonora - già sposatasi per procura il 29 marzo 1539-, salpò da Napoli l'11 giugno, accompagnata dal fratello Garcia con sette galere al seguito, e arrivò a Livorno la mattina del 22 giugno. Le relazioni personali, i destini personali di Cosimo, dei Medici e del Granducato di Toscana, da questo momento in poi divennero, nello scacchiere europeo, un gioco politico che collocarono Firenze e la Toscana e Livorno, come Città fortezza e città marinara e cosmopolita, al centro di un delicato equilibro tra nazioni,come lo era stata precedentemente con Lorenzo il Magnifico. Le relazioni non furono solo politiche ma anche culturali fino al punto da indurre Cosimo a mandare ambascerie che comprassero manoscritti latini e greci che a Napoli abbondavano data la forte presenza di autori, letterati e filosofi che usavano il greco e il latino come lingua parallela al Napoletano e il legame storico di Napoli con l’oriente Bizantino. Ricordiamo inoltre che il Buontalenti ricevette proprio da Pietro I di Toledo l’incarico di realizzare un maestoso palazzo a Napoli nel centro storico, chiamato col suo nome Palazzo Buontalenti. Ricordiamo ancora che sull’esempio toscano Pietro I trasformò il forte normanno del Belvedere in una fortezza militare e poi un suo luogo di rifugio, una corte a tutti gli effetti, l’attuale castel sant’Elmo a pianta stellata.
L’esempio dei Medici aveva fatto scuola come esempio di architetture rinascimentali e ‘neo platoniche’, alchemiche se pensiamo a Cosimo e al fratello Francesco primo, alchimista anche lui come il fratello Cosimo; come la stessa residenza dei Medici, il palazzo Medici e ancor più l’idea stessa di Fortezza come cittadella si inseriva in un quadro culturale che aveva visto la pubblicazione nel 1509 della ‘Divina proportione’ di Luca Pacioli, la cui rappresentazione è in un quadro alla Pinacoteca di Capodimonte a Napoli,nel De Armonia mundi del frate Francesco Giorgi,nel 1525, e del De revolutionibusorbiumcoelestium di Copernico.E che influenzò in modo crescente le corti principesche di mezza Europa, da Madrid a Berlino, da Berlino a Praga, dove fu accolto questo piano di cittadella dei Medici entusiasticamente da un altro Principe, Rodolfo II d’Asburgo, che sull’esempio dei Medici, riunìattorno a sé illustri umanisti e scienziati del calibro di TichoBarhe, Keplero e il celebre rabbino, umanista e cabalista Rabbi Loewdi Praga, detto il Maharal di Praga, in uno scenario fatto di tolleranza di pensiero e di religione. Appassionato anch’egli di alchimia esoterica.Dunque col matrimonio di Cosimo ed Elisabetta di Toledo, i destini del Granducato e del regno di Napoli, delle due città-porto Livorno e Napoli,si trasformarono in relazioni commerciali, strategiche e culturali sempre più profonde fino alla fine del Granducato stesso ed oltre. Come mai queste affinità che nel tempo divennero analogie del modo di essere di due realtà apparentemente separate e non identiche?Non bisogna immaginare in questo periodo le affinità tra identità civili e politiche solo e soltanto come rapporto di interesse e interessi di potere. Dobbiamo provare a dirle con il linguaggio simbolico proprio della lingua, delle culture e dell’arte. Che nasce molto prima al tempo del legame tra cultura napoletana sotto gli Angioini e il gotico toscano e in particolare senese e il nascente umanesimo Boccacesco e Petrarchesco.Al punto tale che gli intellettuali alla corte di Giovanna I crearono una neolingua provenzale toscana napoletana.Boccaccio si divertiva a scrivere lettere in Napoletano.Piena di trovatori provenzali e francesi, fu facile la commistione culturale e artistica.
Ma dobbiamo capire anche e soprattutto che al tempo del matrimonio di Cosimo ed Elisabetta di Toledo, l’Europa è sotto il comando autorevole di Carlo V d’Asburgo, imperatore del sacro Romano Impero d’occidente, re di Spagna, del Regno di Napoli e di Sicilia, il cui vicerè in Napoli è Pietro I.Il matrimonio di Cosimo, che scelse proprio Livorno e Portoferraio come esempio di quale idea del nuovo mondo avesse, con Elisabetta di Toledo volle significare legare il destino dei Medici a quello spagnolo di Napoli e quello imperiale degli Asburgo.Ma solo una solida visione del mondo, condivisa sul piano europeo, poteva dare ai medici questa opportunità: la Cosmopoli appunto.
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