Le anteprime, Gianpiero Berardi "Desistenza poetica"
Ambizioni poetiche
Questo trarsi fuori con prestazioni
questi certificati di valore
autoprodotti detti curricula
gli scambi di cortesie editoriali
la costruzione di mondi piccoli
tutta la querula insignificanza!
A cosa dovrebbe ambire il poeta
se non a guadagnarsi la distanza?
Svegliarsi e disegnare
Svegliarsi e disegnare sulla pagina
del sonno appena perduto
con il chiuso delle palpebre
la memoria di un vento inspiegato
che riga soffiando di graffi invisibili
il sogno di uno spalto vuoto
è una fuga
dal senso che si cercherà invano
per tutto il giorno seguente
dietro i quotidiani colori e lezzi
del mondo cosciente.
Dura solo il tempo
impiegato a ricomporsi
dalla mente.
Io, te (e magari anche le rose)
Tutte uguali, tutte uguali o quasi!
Tutte d’un lirismo spompo, tutte
sulla linea del dialogico dualismo
dell’effetto lessicale, dell’affetto,
del vago malessere particolare
del filosofeggiare sulla dimensione
(la dimensione) esistenziale,
sul convincimento illusorio
autocompiaciuto di chi pensa
che da pochi sarà decriptato
e di chi scrive, quale simulacro
del verso inafferrabile, l’ennesimo
trito rigo anchilosato.
Gli scavatori
Gli scavatori interiori
i minatori di sé stessi
si minano.
Gianpiero Berardi è nato ad Ivrea nel 1975 e vive a Terlizzi.
Medico radiologo, scrive fin dall’adolescenza. La sua prima raccolta poetica (L’assioma del vuoto, per “I Quaderni del Bardo”) risale al 2020. Due sue poesie sono apparse sulla rubrica “Bottega della poesia” di Republica, a cura di Vittorino Curci.
Collabora con il blog “Circolo letterario Vento adriatico”.
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