Poesie inedite di Luca Gilioli
Luca Gilioli (1984) consegue la laurea in Scienze della Cultura presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Dall’età di sedici anni scrive poesie, con le quali riceve numerosi riconoscimenti in concorsi letterari nazionali. I suoi testi sono presenti su antologie e riviste di settore e su blog letterari. Ha pubblicato: Orionidi (Bernini, 2011), Dodici (Il Fiorino, 2012) e Di mossa in mossa (Il Fiorino, 2020). In seguito al terremoto che ha colpito il territorio della “Bassa modenese” nel 2012, Gilioli ha curato assieme alla scrittrice Roberta De Tomi l’antologia poetica solidale La luce oltre le crepe (Bernini, 2012). Parallelamente alla collaborazione con varie riviste letterarie, Gilioli svolge attività di correttore di bozze.
radicati silenzi
radicati silenzi verso i meriti altrui
come uccelli granivori su un campo seminato.
e gli spaventapasseri gracchiano.
carezza
nel leggero passare di un palmo su di un viso
l’uomo immemore vede solo un ghirigoro.
ma in tempi antichi il disegno era preciso:
“carezza”, il suo nome, nei secoli dell’oro.
indolenza
l’uomo non appena placò la sete,
rifiutò i sacrifici della genesi
che caddero in oblio come nel Lete.
indifferente innanzi alla sinderesi
infracidisce oggi in una quïete
inerte, sordo ad avite parenesi.
saprà rïemerger nei tempi bui?
s’immergerà di nuovo nell’altrui?
la Confederazione Galattica
è giunto il dì degli ultimi tumulti
umani: li forzeremo alla resa.
da secoli ostracizzano i virgulti
che parlan di pace e di nuova ascesa
e tra discordanti pianti e singulti
lasceranno un’era già troppo estesa.
l’estinzione umana è perdita lieve:
magro lascito la Storia riceve.
in omaggio a Harry Bates
Giustizia e Verità
e nel futuro che presto verrà
la benda di Giustizia, resa schiava,
a fare da bavaglio a Verità.
1° maggio 2020
oggi le campane suonano a morto
- trovano pace le salme in traslazione? -
e in un ciclo aberrato delle stelle
non c’è tregua al salpar di caravelle
che sanno ignota la destinazione.
noi preghïamo prossimo sia un porto.
agorafobia
l’agorafobia è stretta
a ogni mia porta.
cresce. pressa.
mi stritola l’aorta.
è la solita cena
è la solita cena
in famiglia.
le lampadine quasi
esauste.
le portate che servite
ammutoliscono.
le gambe della tavola
uniche privilegiate.
habitat
investigatore
mi muovo da anni
da camaleonte.
ma tra falsi colori
inizio a rigettare
l’ambiente tutto.
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