Eretiche e disobbedienti. La storia delle donne insegna ancora
L’Osservatorio Interreligioso contro la violenza sulle donne, O.I.V.D., ha iniziato quest’anno un ciclo di conferenze on line a partire dal prezioso libro della teologa Adriana Valerio dal titolo efficace e sostanzioso, Eretiche. Donne che riflettono, osano, resistono, edito da Il Mulino 2022. Un libro drammaticamente necessario in questo momento così difficile della storia delle donne, dove ancora il patriarcato religioso in Iran sta massacrando e uccidendo donne e uomini che si oppongono alle teocrazie maschiliste che offendono la libertà e il corpo delle donne. Riflettere, osare e resistere. Il libro si pone come un manifesto della storia di resistenza attiva, privata e politica, costruita da tanti racconti di vita di donne “che hanno determinato scandali e scardinato equilibri “sin dai primi secoli della cristianità occidentale, pagando a caro prezzo la scelta di non stare zitte. Queste storie di rivendicazione dei propri diritti sono state cancellate ignobilmente nei manuali di storia. Ogni gesto di ribellione e di sovversione all’ordine culturale e religioso dominante è stato rimosso. Gli storici maschi hanno deciso di silenziare ogni fiera disobbedienza e di ignorare le presenze femminili che volevano far sentire la loro voce. Adriana Valerio, da sempre, raccoglie questi racconti esemplari per testimoniare la tenacia e il coraggio delle donne che hanno avuto la forza e la determinazione di combattere in Italia e in Europa il patriarcato religioso, affrontando una persecuzione tremenda, fino al sacrificio della loro stessa vita. Resistere al processo di colonizzazione e di addomesticamento non è stato facile. Bisogna riscrivere la storia a partire da queste cancellazioni, completare una ricerca storiografica giusta e esaustiva. L’ortodossia religiosa maschilista e sessista ha fatto vittime da sempre. Eppure le donne nella vita di Gesù parlano e discutono. Sono discepole, apostole e profete. Hanno accompagnato il Mestro nei suoi pellegrinaggi, hanno ascoltato e parlato con lui, hanno testimoniato la sua parola. Ma la gerarchizzazione della monarchia cattolica ha chiuso la bocca alle donne, costrette obbligatoriamente ad essere ancelle silenziose del maschio/sacerdote. La struttura patriarcale viene da secoli rigidamente protetta da ogni eresia. Ma dice infatti Adriana Valerio, riportando le riflessioni accorate di Antonietta Giacomelli e di Elisa Salerno, che l’eresia antifemminista della Chiesa Cattolica si allontana dalla testimonianza evangelica. Il Vangelo è parola libera per tutti e non mette il bavaglio a metà dell’umanità. La scelta del modello piramidale dove solo gli uomini possono riflettere pubblicamente sulla pagina della Bibbia è una scelta politica che determina una radicale prepotenza di un sesso sull’altro, sottolineando un atteggiamento violento e prevaricatore inconcepibile per un messaggio basato sull’amore, sulla tenerezza e sulla reciprocità. Le terribili testimonianze, gli avvilenti passaggi storici e teologici, che Adriana Valerio riporta a partire dai primi secoli della storia della Chiesa fanno capire quanto sia stata agita questa grande ingiustizia perpetuata contro le donne, contro la loro capacità di partecipare in modo paritario all’assemblea religiosa. Bisognava squalificare ogni tentativo delle scrittrici e delle intellettuali mistiche e religiose che volevano far sentire la loro voce, che volevano offrire la loro testimonianza di fede attraverso la riflessione pubblica. Ostacolare nei fatti la loro vocazione naturale ad essere guida spirituale di altre e di altri. Un potere che veniva negato alle donne con il disprezzo e con il giudizio di eresia. Le profetesse frigie considerate cortigiane e adultere, le montaniste, le catare, Margherita Porete, le beghine e le valdesi, Guglielma di Milano a Giovanna d'Arco, le streghe, le quietiste, le gianseniste, le profetesse di una chiesa alternativa, fino ad arrivare alle storie dell’Ottocento e del Novecento: si assiste a un corteo infinito di donne torturate, messe al rogo, perseguitate e offese, zittite dalle autorità ecclesiastiche. La ricostruzione storica femminista di Adriana Valerio permette di avere coscienza di questa infame ingiustizia, fa emergere il diritto ad avere voce, che si somma ad altri diritti ancora calpestati dalle religioni maschiliste prevalenti. Oggi ricordiamo il coraggio di Anne Soupa, candidatasi a vescova di Lione. Educazione di genere vuol dire quindi partire da queste ingiustizie, renderle note. Bisogna essere consapevoli come scrittrici, letterate e poete, che bisogna dare altri insegnamenti alle nuove generazioni, rinforzare comportamenti paritari di reciprocità e di rispetto. L’educazione cattolica è diffusa nel nostro paese e questa assurda e anacronistica divisione di genere, dove gli uomini parlano e le donne stanno zitte in una assemblea religiosa rende ogni chiesa un luogo medievale. Bisogna studiare il pensiero di scrittrici come Antonietta Giacomelli, (1857/1949) “convinta della necessità di una promozione culturale che dovesse passare per una profonda riforma sociale”. Utilizzò il suo talento letterario per difendere la dignità umana delle donne e fu accusata di essere modernista e protestantica. Nel 1909 le fu vietato di accostarsi ai sacramenti. Nel 1912 ebbe la condanna da Papa Pio X. Va ricordata per la sua storia drammatica di tenacia, coraggio e determinazione con cui portò avanti il suo progetto di riforma cattolica evangelica, utilizzando ogni forma di scrittura. Nel 1916 si arrese e fece atto di sottomissione alla Chiesa Cattolica, ritrattando le tesi dei suoi libri. E ancora bisogna soffermarsi sulla storia esemplare di Elisa Salerno (1873/1957), considerata la prima femminista cattolica italiana. “Giornalista vicentina, si occupò dell’immagine che la cultura cattolica offriva della donna, ritenendo necessario smascherare la falsità dei presupposti esegeti e filosofici che legittimavano la discriminazione femminile.” Accusò la Chiesa cattolica di eresia, per la visione negativa della donna che portava avanti da secoli, contro il messaggio evangelico. Continuò a scrivere e a combattere per una lettura del testo sacro che non avvilisse e deturpasse le donne contro la malevola interpretazione degli uomini della chiesa. Anche lei fu costretta nel 1916 a scrivere un atto di sottomissione. Tanti sono gli episodi storici raccontati da Adriana Valerio in questo saggio. Considero fondamentale studiare la storia delle donne per dare dignità e forza alle nuove generazioni, smontando gli stereotipi di genere che accentuano il solco tra i sessi e rendono difficile ogni comunicazione basata sul valore di ognuno, sul diritto alla parola e sulla reciprocità dei ruoli. La critica all’ antropologia duale e gerarchica va smontata in tutte le sue manifestazioni, per dare voce alle persone, a prescindere dalla loro individuazione sessuale.
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