Kae Tempest e la rabbia della poesia rap
Europe is lost, America lost, London is lost
still we are clamouring victory
all that is meaninglass rules
and we have learned nothing grom history.
…
La poesia è un genere in perpetua trasformazione, un genere che si presta a continue trasformazioni transgenerazionali. Si lascia contaminare dagli altri linguaggi e recupera altra carica di vitalità attraverso pratiche trasgressive e sperimentali che si posizionano al confine tra tradizione e scarto. Kate Tempest, poeta rapper, è sicuramente un fenomeno eccezionale della letteratura contemporanea. Le sue performances sono di un’energia incredibile, nascono da una profonda immersione nella poesia della contestazione. Mitraglia parole cadenzate da un ritmo rap, suscitando un effetto ipnotico particolare. Nasce a Lewisham, una periferia popolare di Londra nel 1985. Lascia presto la scuola vivendo come squatter, fa poi la commessa in un negozio di dischi a soli 14 anni, fumando droghe fino a quando ha cominciato a fare musica rap. Si esibisce nelle serate di slam poetry ad ingresso libero, riuscendo a trasmettere la sua rabbia e la sua disperazione. Suoi riferimenti letterari: Blake e Yeats. Il rap per lei è un modo per coinvolgere fortemente il pubblico. Nella sua scrittura la città è presente in tutte le sue drammatiche contraddizioni. Racconta i sobborghi, i quartieri degradati, la storia di poveri ed emarginati, le condizioni precarie della classe operaia. Racconta Londra e ne sottolinea i lati oscuri, una Londra non coerente con la società post-razziale evoluta. Una Londra oscura e violenta, fatta di storie di emarginazione, di conflitti sociali, di ambizioni borghesi fallite e di sogni politici infranti. Kae Tempest è la voce autentica e rivoluzionaria delle nuove generazioni. Canta il disagio sociale e la violenza che si innesca tra le persone. La sua musica è una forma di protesta, luogo immaginario dove dare voce alle frustrazioni che affliggono il mondo. Tempest dimostra grande padronanza lessicale e suscita grandi emozioni. I suoi testi sono vicini alle invettive sociali tipiche della poesia inglese. I mali del capitalismo, la globalizzazione, il consumismo sfrenato, la fragilità delle relazioni sono oggetto dei suoi proiettili cantati ad alta voce, con un ritmo e una fascinazione senza uguali.
L'Europa è persa, l'America ha perso, Londra ha perso
stiamo ancora chiedendo a gran voce la vittoria.
Tutto ciò sono regole insignificanti
non abbiamo imparato nulla dalla storia
le persone sono morte nelle loro vite
stordite dallo splendore delle strade.
Ma guarda come continua a muoversi il traffico
il sistema è troppo fluido per smettere di funzionare.
La poesia “Europe is lost” rappresenta perfettamente lo stile contestatario e trasgressivo di Tempest. Il fenomeno rap è nato negli Stati Uniti, per poi espandersi anche in Europa. Kate Tempest è sicuramente una delle più famose nel panorama internazionale. Il rap è una forma artistica che esprime il disagio sociale di alcuni quartieri metropolitani. In ogni periferia si vive una solitudine straniante, l’angoscia di sentirsi fuori da ogni contesto di successo e di realizzazione, la percezione di un fallimento individuale e politico senza rimedio. Kate Tempest analizza lucidamente, con uno sguardo dolcemente spietato e con una scrittura altamente eversiva racconta questa condizione umana e sociale. Usa anche i classici greci per denunciare le ingiustizie e nella sua scrittura si può trovare l’eco di certe atmosfere carveriane. “Rabbia e passione, odio e amore, gridati in un modo diretto e semplice ma con un effetto esplosivo e assolutamente conturbante” afferma The Independent.
…PALI DELLA PORTA DIPINTI SU QUELLA SERRANDA VERDE DI GARAGE.
SU QUEL CASSONETTO CON LE RUOTE C’È UN ARCOBALENO.
QUELLA FINESTRA È PIENA DI ADESIVI.
APPARTAMENTI ELEGANTI. APPARTAMENTI ROZZI.
APPARTAMENTI DOVE I GATTI NON SONO MAI ABBASTANZA,
SAPETE, DICIASSETTE GATTAIOLE.
APPARTAMENTI RICCHI, APPARTAMENTI SENZA UN SOLDO.
APPARTAMENTI NUOVI.
APPARTAMENTI VECCHI.
APPARTAMENTI DI LUSSO SU MISURA.
E APPARTAMENTI CHE NON CI SI CREDE.
PENSIONATI, BIMBI PICCOLI.
IMMIGRATI E INGLESI.
FAMIGLIA CON SEI FIGLI.
DONNA D’AFFARI SOLA.
TUTTI QUI CERCANO DI SBARCARE IL LUNARIO, ANCHE A FATICA.
LAVOLPESISCHIACCIACONTROILMURODELVICOLOERIMANEIMMOBILE, ANNUSANDO L’ARIA.
RAMI NUDI OSCILLANO IN UN GIARDINO.
IL BATTAGLIO A BOCCA DI LEONE SI MUOVE CON IL VENTO.
LA LUCE DEI LAMPIONI RIMBALZA SUL CARTELLO ATTENTI AL CANE.
LE LATTINE DI BIRRA E I PACCHETTI DI PATATINE BALLANO CON LE FOGLIE MORTE.
SONO LE 4 E 18 DEL MATTINO.
IN QUESTO PRECISO MOMENTO, IN QUESTA STESSA STRADA,
SETTE PERSONE DIVERSE IN SETTE APPARTAMENTI DIVERSI
SONO SVEGLIE.
NON RIESCONO A DORMIRE.
…
Questo testo è tratto dal poema Che Mangino Chaos (e/o, traduzione di Riccardo Duranti). Si racconta di una notte insonne, attraverso sette personaggi che abitano la stessa via. La badante, il giovane uomo d’affari, l’alcolizzato del quartiere. Ognuno ripercorre la propria vita quotidiana e i propri affanni, solo, sveglio nella propria dimora. Ma in realtà è unito dagli altri personaggi dall’insonnia, ma anche dall’appartenenza a una società, a un quartiere, a una città, all’umanità. Un poema che va letto a alta voce, come suggerisce. Il rap nasce infatti come racconto orale con ritmi spezzati e fulminanti, che tolgono il fiato. E Tempest ha un carisma eccezionale sul palco.
Kate Tempest è una rivoluzione per la cultura inglese. Nel Regno Unito Tempest a soli trenta anni è apprezzata come artista matura e completa, rapper, live performer, poeta, scrittrice di best seller. Lei rappresenta una generazione alla ricerca disperata di un senso, di un posto nel mondo. Attraverso la sua musica incendiaria, cerca di trovare qualcosa che possa salvare dal caos interiore. Droga, disoccupazione, nichilismo ispirano le sue canzoni rap. I suoi testi narrativi affrontano anche la delicata questione dell’identità di genere, raccontano l’omosessualità femminile e il bisogno di non essere giudicati all’interno di un pensiero binario escludente, esprimendo così con toni forti e trasgressivi la sua poetica della devastazione quotidiana. Tempest ci offre un mondo multiforme e ferito, che si nutre soprattutto di una fame insaziabile di vita e di empatia con gli ultimi della terra.
Sento il peso per spingere il mio corpo
come se spingessi le mani in tasca lentamente
cammino e osservo ciò che ci meritiamo
i torti del nostro passato che riemergono
nonostante tutto ciò che abbiamo fatto per sconfiggere le tracce
e per tutto ciò che abbiamo rubato.
Sono tranquilla, sento l'inizio della rivolta, i tumulti sono minuscoli,
i sistemi sono enormi
il traffico continua a muoversi, dimostrando che non c'è niente da fare.
Sono grandi gli affari, piccoli i sorrisi e orribili
violenze e cattiverie strutturali
per i bimbi con sedativi,
ma non preoccuparti, amico, preoccupati dei terroristi.
Il livello dell'acqua sta salendo! Il livello dell'acqua sta salendo!
Gli animali, gli elefanti, gli orsi polari stanno morendo?
Smetti di piangere, inizia a comprare...
e che dire del petrolio?
Cenni biobibliografici
Kae Tempest è laureata in letteratura inglese, visiting professor del Dipartimento di inglese all’Univerity College di Londra, direttore artistico del Brighton Festival. Ha vinto numerosi premi per le sue opere poetiche, narrative e musicali. Finalista al Costa Book Award e al BRIT Award, due volte in finale per il Mercury Prize e altrettante per l’Ivor Novello Award, nel 2013 ha vinto il Ted Hughes Award. Nel 2014 la Poetry Book Society ha inserito il suo nominativo nella lista Next Generation Poet, che ogni dieci anni individua le venti voci poetiche più promettenti del panorama britannico. Nel 2019 è uscito il suo quarto album musicale, The Book of Traps and Lessons. Le Edizioni E/O hanno pubblicato le raccolte di poesia Antichi nuovi di zecca, Resta te stessa, Che mangino caos e Un arpeggio sulle corde. Oltre al romanzo The Bricks that Built the Houses, vincitore del Sunday Times Bestseller, Kae Tempest ha pubblicato anche Le buone intenzioni (Frassinelli 2017). Un suo recente testo teatrale, Paradise, riscrittura del Filottete di Sofocle, ha debuttato al National Theatre nell’estate del 2021, anno in cui ha ricevuto il Leone d’argento alla Biennale Teatro di Venezia. Con Connessioni Tempest esordisce nella saggistica. Come drammaturga, scrive tre opere teatrali: Hopelessly devoted, Glasshouse e Wasted. Dopo avervi trascorso l’infanzia, abita tuttora nel South-East londinese.
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