La porta sulla luna di Cinzia Caputo

Taluni affermano che gli “Orizzonti d’attesa” siano degli stati d’animo dormienti e, tuttavia, in costante, quieto ascolto; antenne puntate all’Infinito al fine di captare luce, suoni, visioni; alambicchi in grado di distillarne il senso, trattenerne l’essenza lasciando che l’Abitudine si disperda lungo i sentieri dell’Oblio.

L’attraversamento dell’Esistere permette al vivente di edificare, per frammenti e tra il sentimento e la ragione, un paesaggio onirico e, al tempo stesso, realissimo; un luogo che, seppure situato dopo il Nord gli resta vicinissimo tanto da riuscire, in momenti di grazia, di abitarlo. Come se mai si fosse allontanato. In quegli istanti, lunghi secoli e secoli, lo si può incrociare mentre gira per vicoli e piazze, fermarsi a una fontana o affacciarsi su un lungo lungomare, lo sguardo verso l’amore che sta per arrivare o è appena andato via. L’amore, quel raggio di sole/ (che) scioglie i sogni e, come i sogni,/ illumina il giorno.

Terra di confine, “La porta sulla luna”, terra scavata con unghie, arata, dissodata; qua e là trasparenze d’acque, dove dorme l’aurora/ acconchigliata nel timpano del “fato”; qua e là un ponte della divisione/ tra la testa e il cuore; qua e là un annusarsi, graffiarsi, braccarsi; qua e là un’attesa d’ali, un’avvisaglia, quel pudore d’angelo, umano come uno specchiamento.

Prezioso è tutto quanto non sarà mai rintracciabile in un mercato. Prezioso non sarà mai soltanto ciò che mostra la vetrina di una gioielleria. Il possesso non aggiunge preziosità al prezioso. Preziosa, davvero, è l’amata voce, il ri-suonare tra i versi del silenzio (che) raccoglie le sue gocce/ nella ciotola del cuore, il “progredire” respirando il respirare, oltre le mani vuote/ e le domande aperte. Prezioso è il dire di Cinzia Caputo.

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