Luana Minato "Siamo fatti di sogni"
Siamo fatti di sogni è la seconda pubblicazione di Luana Minato, un libro che evoca nel titolo il mondo onirico, che spesso la letteratura propone come il luogo in cui si possono stabilire contatti con chi non è più, oppure si può vivere una vita che non esiste; Luana Minato invece, interrogandosi sulla propria identità, percorre in questo libro una strada insolita, avventurandosi nell'ignoto dei sogni. Il sogno è porta, varco che ci apre i territori dell'inconscio in cui si cela la parte più vera di noi; non trasfigura la vita quotidiana, piuttosto ne traccia un parallelismo tra ciò che è e i desideri; cerca, in un mondo che va oltre la logica, le risposte al mistero dell’esistere e quando non le trova si affida alle percezioni e al suo senso della bellezza.
Sa che nostre consapevolezze hanno piedi di fango, si poggiano sui condizionamenti che abbiamo assorbito dal contesto sociale, dall'educazione, dalla cultura del nostro tempo. Il nostro io non è altro che un luogo di ombre che aspettano rivelazione. Mentre il sogno è spazio libero, nessun desiderio ha limite, solo possibilità di volo libero oltre i limiti quotidiani.
"Sulla soglia dei sogni
Sulla soglia dei sogni
si aprono varchi
che affiorano
sulle tue ciglia
Si piegano
dolcemente
posandosi
nelle tue mani
E sulle pareti
giochi di luci
rivelano ombre
che fuggono
nella penombra
sul filo cucito
della tua bocca"
Il sogno ci apre un varco verso luoghi segreti di noi, dove impariamo la consapevolezza del nostro essere e della nostra solitudine. così l'amore ha la luminosità dei sogni e il buio del sonno, la contiguità inebriante dei corpi e la distanza infinita dei silenzi. La più bella descrizione dell'amore Luana Minato ce la offre con la poesia Vengo da te:
"Vengo da te
in uno slancio d'amore
con braccia che si srotolano
per stringerti in una morsa avvolgente
che ramifica in infiorescenze
intrecciandosi in un groviglio
di mani e fiori braccia e rami
E ti stringo più forte che mai
sostenendomi a te
unica mia certezza
mentre il mondo precipita
sotto la scure affilata di mani
che distruggono sogni"
Poi, dopo aver rivelato il suo desiderio innocente, quasi in un moto di pudore, ecco che il racconto poetico passa dall'io ai luoghi, ma è solo un istante, perché subito torna il parlare dell'anima che si identifica con la voce del mare che sveglia i ricordi e le mancanze.
Dove la realtà non può restituirci quello che è stato, e forte diventa la nostalgia, il sogno sembra farci rivivere ciò che non è più: le mani amate, gli sguardi, le presenze.
Se il sonno è il luogo in cui svaniscono le barriere che ci impediscono di muoverci nello spazio e nel tempo, e possiamo così restituire vita ai ricordi, la realtà invece ci cade addosso col suo carico di incertezze, di dubbi, di paure che ci pongono di fronte al mistero infinito. E così ci avvolge il buio delle cose, ci piega il senso del male, la precarietà dell'esistere che svanisce di fronte al nulla.
Solo la bellezza che incontra lo sguardo sembra suggerire la luce di una rinascita. La poeta cerca la parola che segni l'inizio eterno, il guizzo che, come un lampo, fa chiaro il pensiero oscuro, un guizzo che a pochi è dato di comprendere.
"Il pensiero oscuro
E' nel silenzio
che si fa chiaro
il pensiero oscuro
nel muto accordo
di parole trattenute
che la voce quieta
modula
in brevi gorgheggi
nel punto più netto
riverbera un guizzo
di rara preziosità
che solo - a pochi -
è dato comprendere"
Dopo aver descritto come mondi disgiunti il sogno e il reale, ecco la sintesi che l'autrice fa tramite la poesia. Se non possiamo ignorare la realtà con tutti i suoi limiti, il sogno ci insegna a non farli diventare gabbia, se non possiamo cambiare la realtà, la poesia ci insegna ad andare oltre:
" Rapsodia
Non c'è una verità
che tu possa comprendere
un senso che spieghi l'odio
di chi vomita la sua rabbia
di chi punta un'arma le sue mani
una pietra o un'offesa qualunque
di chi sa il dolore
di chi ama e sa perdonare
di chi offre sé stesso
nel continuo svolgersi avverarsi intrecciarsi
di vita e morte di amore ed odio di luce e tenebre
sotto lo stesso cielo
in un eterno congiungersi e disgiungersi e trovarsi
perdersi dell'individuo
uno e molteplice
del dentro e fuori del brutto e bello
di vite vissute sognate desiderate infrante distrutte
di passato presente futuro
inizio e fine
qui in questo istante per un certo tempo
ancora ora forse per sempre
o fino a domani"
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