Sorellanza oltre la morte
"Beatrice e lei" è uno psicodramma in tre tempi e un finale scritto da Brigidina Gentile e pubblicato da Officine nel 2021. Già dall’immagine in copertina, elaborazione digitale di L. Avallone liberamente ispirata a “Beatrice Hastings a mezza figura” di Amedeo Modigliani del 1915, ci rendiamo conto che si tratta di un'opera frizzante e originale.
Beatrice Hastings è la donna dei cappelli, una giornalista inglese trapiantata a Parigi e chiamata la “Lady” da chi la incontra a Montparnasse. Nel 1914 conosce in un caffè il bohèmien Modì. E i due iniziano una relazione tormentata, coronata da grandi bevute e però estremamente creativa. Lei è una donna esuberante, si batte contro la pena di morte, è una femminista convinta, libera sessualmente (non disdegna infatti di parlare spesso del rapporto amoroso avuto con Katherine Mansfield). La relazione con Modigliani dura solo un paio di anni, ma da allora sarà ricordata come la donna del grande pittore… Questo non le piace affatto, vorrebbe essere lei stessa un’artista, una creativa famosa.
Sulla rivista New Age sulla quale scrive a Parigi compaiono dei suoi versi:
A chi mai potrò confessare?
A te, Anima mia? Nuda, mi prostro e faccio ombra
agli occhi miei per non scorgere altro che la sabbia
su cui inesorabilmente scrivo i miei peccati
e poi nuove promesse.
Non avrà una fine felice Beatrice Hastings, perché nel 1943, stremata da una relazione finita male con un attore, dimenticata da tutti, si uccide con il gas insieme al suo topolino bianco dopo aver bruciato tutte le lettere che ha in casa.
Ma chi è LEI? Ecco che ora entra in gioco Brigidina Gentile, che sapientemente costruisce questo psicodramma in tre tempi e un finale, in cui lo spiritismo praticato dalla Hastings viene inscenato nella pièce con un gioco di ruoli interessantissimo.
Beatrice si insinua nel corpo di LEI e inizia a dettare parole alla sua ospite, perché le è rimasto molto da dire da quel lontano 1943 e forse l'epoca in cui viviamo oggi è quella giusta perché una donna possa dimostrare di essere veramente qualcuno senza bisogno di avere un uomo accanto grazie al quale essere conosciuta e riconosciuta.
L’ambientazione è molto realistica, tutto risponde ai canoni dell’occultismo e della comunicazione con i morti, ci vuole tempo prima che la medium riesca a comprendere chi è entrato dentro di lei e la obbliga a scrivere sotto dettatura.
LEI non ha scelto di essere la mediatrice tra i due mondi, si è trovata per caso in questa situazione e ha poco margine di espressione, è quasi muta davanti al fiume di parole che le affida Beatrice. Beatrice ha molti rospi di cui liberarsi e si è in un certo senso dovuta abbandonare al destino di “tornare” perché troppe volte è stata evocata, cercata, chiamata. E’ felice di essere capitata nel ventunesimo secolo, perché è il tempo della contaminazione, il tempo in cui si può dire tutto. Tranne la verità, naturalmente.
Per Beatrice, Modigliani una sera ha dipinto fiori colorati sul suo vestito nero perché quel colore la rendeva triste. Beatrice è una donna che ha vissuto una vita intensa e ha perfino deciso da sola quando terminarla…
Beatrice deve assecondare a volte le esigenze di LEI, addirittura è costretta a vedere il Festival di Sanremo, ascoltarla cantare a squarciagola, prima di poter tornare a dettarle qualcosa.
LEI cerca di parlare con un’amica e spiegarle quello che le sta succedendo, che ritrova sulla carta scritte delle cose che non ha mai pensato, che non sono sue. E’ sicura che ci sia qualcuno che gliele ha dettate, ma è ancora confusa. In effetti questa pratica di scrittura in trance somiglia alla scrittura automatica che fu, tra le altre cose, insegnata da André Bréton alla Hastings.
Ad un certo punto LEI comincia a raccogliere informazioni sulla Hastings, ha scoperto come si chiama, dove è nata, quando…
Allora inizia il bello: LEI si infervora (e come potrebbe essere altrimenti?), inizia a capire che l’occasione che le è capitata potrebbe essere unica, esce di casa e decide di andare a documentarsi. Compra un libro dalla copertina rossa, in cui si parla della Lady di Londra che viveva a Parigi e portava grandi cappelli pieni di fiori.
Ormai diviene per LEI impossibile resistere al formicolio alle mani che la spinge a scrivere… Ora ha capito che deve dare un’occasione a Beatrice, che deve darle la voce ancora una volta.
D'altronde è quello che fanno da sempre le donne con le altre donne: tramandare dall’una all’altra una conoscenza che è solo femminile, solo nostra.
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