Jeton Kelmendi in dialogo con se stesso
Nato nella città di Peja, Kosovo, classe 1978, Jeton Kelmendi, è professore all'AAB University College. È un membro attivo dell'Accademia europea delle scienze e delle arti a Salisburgo, in Austria.Vive in Belgio, ma è conosciuto sin dalla sua prima pubblicazione in Kosovo dal 1999. Le sue poesie sono state tradotte in più di trentasette lingue e pubblicate in diverse antologie letterarie internazionali.
La Musa ispiratrice del Poeta è la vita stessa con le sue gioie e i suoi affanni, ha scritto componimenti sulla guerra in Kosovo e sulla più recente e purtroppo attuale, fase pandemica. Molti i riferimenti al senso della vita, alla ricerca di senso, all’indagine introspettiva. Ci sono distici fortemente evocativi, in cui la potenza del pensiero si mescola a una sottaciuta spiritualità.
I’LL TELL YOU SOMETHING
From my mouth
From my soul, strange
thoughts emerge
sometimes they appear leaving
othertimes arriving
from a different world
than our own
I know that many of them
are slightly less than few
and that their language is unspoken
unwritten,
but I say it is somewhere.
somewhere between me and you, my life
lived oh so fast
And while all languages have alphabets
of their own, so begins
this language of ours
with our failure to understand
new beginning
And time, an island inhabited by timelessness
giving time to those without time
followed by a group of wordless words
at the border crossing of
spirit-mind
I hide from myself
so my hearing doesn’t see me
so my sight doesn’t hear me
as it happens with other things.
It’s better to know
languages unspoken, timeless
like what we talk
up the hill of
meaningless meanings.
Complying with my strangeness
and nothing else,
let this game have
rules
So that afterwards
whoever hears the results
someone will win and someone will lose.
TI DICO UNA COSA
Dalla mia bocca
Dalla mia anima, stranamente
i pensieri emergono
a volte sembrano partire
altre volte arrivare
da un mondo diverso
del nostro
So che molti di loro
sono leggermente meno di niente
e che la loro lingua non è parlata
nè scritta,
ma io dico che c'è da qualche parte.
da qualche parte tra me e te, la mia vita
vissuta così velocemente
E mentre tutte le lingue hanno alfabeti
propri, così inizia
questa nostra lingua
con la nostra incapacità di capire
un nuovo inizio.
E il tempo, un'isola abitata dall'atemporalità
dà tempo a chi non ha tempo
seguito da un gruppo di parole senza parole
al confine tra
spirito-mente
Mi nascondo da me stesso
quindi il mio udito non mi vede
così la mia vista non mi sente
come succede con altre cose.
È meglio sapere
lingue non parlate, senza tempo
come quella di cui parliamo
mentre saliamo sulla collina di
significati privi di significato.
Conforme alla mia stranezza
e nient'altro,
lascio che questo gioco abbia le sue
regole
così che quando
chiunque avrà ascoltato i risultati
qualcuno vincerà e qualcuno perderà.
I BROUGHT MYSELF WITH ME
I.
Firstly
a narrow street
barely to keep me, to bring it with me
then to walk on until where I was fist off,
where the meaning begins
in chaos
my dreams appeared
as one day I began to see
waking dreamscapes
I brought myself to school
and teacher Ukë’s guidance,
I’ll carry until the beyond
where meanings are abound
life has its own desires
and so does love
albeit endless
we will come after the awakening
of the light,
you can never tell
human fate
there is destiny in this journey.
II.
And after you crossed somewhere
just the first steps
of your life’s journey
my own fate begins to attain
gratitude expressed in courage
for the upcoming days,
for the farseeing eye, expressive faith
if there is truth
you need courage to believe
I brought myself
to the occupied homeland
to the end of my suffering
this whole waking reverie
with sunsets almost extinguished
one day it just broke out, the war in Kosovo began
and they said: from now on innocence is guilty
they baptized Death with their names
and Freedom with their surnames.
MI SONO PORTATO CON ME
I
In primo luogo
una strada stretta
a malapena mi conteneva, per portarlo con me
poi camminare fino al punto in cui ero in pugno,
dove inizia il significato
nel caos
i miei sogni sono apparsi
appena un giorno ho cominciato a vedere
paesaggi da sogno ad occhi aperti
Son andato a scuola
e la guida del maestro Ukë,
la porterò fino all'aldilà
dove abbondano i significati
la vita ha i suoi desideri
e anche l'amore
anche se infinito
verremo dopo il risveglio
della luce,
non puoi mai prevedere il
destino umano
c'è il destino in questo viaggio.
II.
E dopo aver attraversato da qualche parte
solo i primi passi
del viaggio della tua vita
il mio stesso destino comincia a raggiungere
la gratitudine espressa con coraggio
per i prossimi giorni,
per l'occhio lungimirante, la fede espressiva
se c'è verità
ci vuole coraggio per credere
Ho portato me stesso fin
alla patria occupata
fino alla fine della mia sofferenza
tutta questa fantasticheria ad occhi aperti
con i tramonti quasi estinti
un giorno esplose, iniziò la guerra in Kosovo
e dissero: d'ora in poi l'innocenza è colpevole
battezzarono la Morte con i loro nomi
e la Libertà con i loro cognomi.
III.
I did what I did
and brought myself here
now I’ve got all the time
to deal with
myself
hauled through time
Do whatever you like,
but don’t forget the long roads
on history’s wrinkled forehead.
Spring 2016, Knokke, Belgium.
La lettura di questo articolo è riservata agli abbonati
ABBONATI SUBITO!
Hai già un abbonamento?
clicca qui per effettuare il login.
Sostienici
Lascia il tuo commento