Violet Paradise
Dopo qualche amicizia giovanile, nel 1855 all’età di 25 anni, la poetessa Emily Dickinson, conosce il reverendo Charles Wadsworth, e prova per lui una grande attrazione, ma è un amore impossibile, perché Charles è un uomo sposato e di grande moralità. D’altra parte la famiglia di Emily, prestigiosa e virtuosa, non avrebbe tollerato una simile relazione sentimentale. In un animo predisposto a spingersi a vertici inarrivabili e profondità abissali l’impossibilità di un amore è la condizione ideale perché esso divampi. Può darsi che il cuore di Emily sia stato saturato dall’incandescenza del sentimento riverberandone lo sfolgorio nei testi poetici.
Più in generale riguardo alla vita sentimentale di Emily Dickinson non si sa con certezza quante e quali relazioni abbia avute. La sua natura, al contempo complessa e appassionata le rende molto probabili. Oltre a Charles Wadsworth il privilegio di essere amato dalla poetessa ormai ultraquarantenne l’ebbe certamente il giudice Otis P. Lord, amico di famiglia. Probabilmente Emily e Otis si sarebbero sposati se non li avesse ostacolati dapprima la cura della madre malata che Emily non ebbe cuore di abbandonare e, successivamente, forse le reticenze di lei per la propria salute o questioni ereditarie sulla rendita del giudice e, infine, la morte di lui. La relazione è documentata dal contenuto di alcune lettere rivolte a Otis. Un'altra relazione amorosa ipotizzata è con l'editore Samuel Bowles.
Il motivo per cui poco si sa dei rapporti sentimentali di Emily, è dovuto alla revisione del materiale epistolare e poetico da pubblicare compiuta a più mani dai familiari, diretta tra l’altro a tutelare il buon nome della famiglia Dickinson, ciò ha contribuito, insieme alla riservatezza della scrittrice e ad alimentare il mito e il mistero che la circondano.
Resta per noi lo stupore di leggere l’esclusiva maestria della poetessa nel delineare poeticamente il sentimento d’amore.
Di seguito alcune poesie di Emily Dickinson sul tema, mie libere traduzioni e inserti in corsivo nei quali immagino i suoi pensieri in forma di flusso di coscienza.
Sei la domanda cruciale. Diletto o pena. Fame d'assoluto. Mi regali esultanza a piene mani. Gode quest'intelletto stravolto di bellezza. Sono io stessa un canto. Un'alberatura di nave e vele. Sono una fioritura d’ortensia dopo l’inverno. A te sono devota come il rosa al ciliegio. La gioia è la mia trama mi fonde mi pervade. Ed io vi annego come un naufrago nel mare. Misuro la distanza tra l'essere e l'immensità. Sono ricolma d’ogni bene. Porto stimmate d’eternità. E come i chiodi alla croce le bende del bianco mi fasciano il torace. Costringono il cuore nella sede. Lente le bende. Lento il gocciolio del tempo. Scandisco i passi del nostro cielo d’infinita azzurrità.
F459 – 1862
Perché ti amo, Signore?
Perché?
Il vento non chiede all’erba
di spiegare perché quando passa
non stia ferma al suo posto.
Perché egli lo sa e voi no
nemmeno noi lo sappiamo
per noi è sufficiente sapere
che è così.
Il fulmine non ha mai chiesto all’occhio
perché si è chiuso al suo apparire
perché sa che non può dirlo
e le ragioni non espresse a parole
sono preferite dalle persone profonde.
L’alba m’incanta Signore
perché è l’alba e lo vedo
per questo allora
ti amo
F459 – 1862
"Why do I love" You, Sir?
Because -
The Wind does not require the Grass
To answer - Wherefore when He pass
She cannot keep Her place.
Because He knows - and
Do not You -
And We know not -
Enough for Us
The Wisdom it be so -
The Lightning - never asked an Eye
Wherefore it shut - when He was by -
Because He knows it cannot speak -
And reasons not contained - Of Talk -
There be - preferred by Daintier Folk -
The Sunrise - Sir - compelleth Me -
Because He's Sunrise - and I see -
Therefore - Then -
I love Thee –
Sopra di me s’apre il creato. Nel mare sono relitto del mio esistere. Ramo staccato dalla foglia. Tutti i lucchetti hanno un ponte e tutti i ponti catene d’impossibile. Tremano le mie ossa al solo ricordo dei tuoi occhi. La tua presenza è divinità. Sono legata. Sono irrisolta. Piena sono completa e assente. Abbagliata inesatta incosciente. Inondata da magnificenza. Sollevo il sole come gigante sulla vertebra di Atlante. Nella sobrietà dell'esistere sarò roccia e avventura. Vaso di virtù. Tempesta sedata e turbine. Sono un salmo di vita. Ho in testa un fucile per sparare. La pallottola in canna nella pistola. Nella mente esplodono cannone e polveriera. Schegge nell’aria e un turbinio di petali. Piatti, mensole, minestre. Un ticchettio il mio fare. Un'offerta candida di gigli e gemiti.
F285 - 1862/63
L'Amore che la vita terrena offre
io lo so non è che un filamento
di quel qualcosa più divino
che sparisce sul fronte a Sud
e accende la miccia del Sole
e intralcia l'ala di Gabriele
in musica pizzica e oscilla
e nei giorni estremi dell’estate
distilla una pena indefinita.
È ciò che a Est conquista
ad Ovest tinge il transito
di un viola straziante.
È ciò che invita sconvolge sostiene
volteggia luccica rivela dissolve
ritorna suggerisce condanna incanta
infine si slancia nel Paradiso.
F285 - 1862
The Love a Life can show Below
Is but a filament, I know,
Of that diviner thing
That faints upon the face of Noon -
And smites the Tinder in the Sun -
And hinders Gabriel's Wing -
‘Tis this - in Music - hints and sways -
And far abroad on Summer days -
Distils uncertain pain -
'Tis this enamors in the East -
And tints the Transit in the West
With harrowing Iodine -
'Tis this - invites - appalls - endows -
Flits - glimmers - proves - dissolves -
Returns - suggests - convicts - enchants -
Then - flings in Paradise –
Non vorrei abusare di parole. Devono essere quelle necessarie. Piene esatte. Dire ciò che va detto nulla più. Questo sentimento trabocca. Travalica i sensi e la bocca. Percorro tutti i cunicoli dell’intelletto. Non potevi essere che tu. Mancanza estrema costante assenza. Ed io essere nell'essenza muta. Non posso il tradimento l’abiura delle fiamme. Ti cerco come il pane. Per pochi soltanto è tutta questa forza. Per me dolore e diletto. Io sola potevo sostenere una montagna. Nell’aria attraversando l’etere. Solo tu potevi essere nostalgia e infinito. Ho dovuto inseguire l’assoluto. Perduta tra le stelle oltre le grate senza di te.
Ti porto la prova
che ho dato sempre amore
che ho amato ancora
che se non avessi amato
non avrei vissuto abbastanza
che per sempre amerò.
Intendo sostenere
che l’amore è vita
la vita ha immortalità.
Se dubitassi di questo, Amore
allora non avrei nulla da dimostrare
ma solo il Calvario
F652 – 1863
That I did always love
I bring thee Proof
That till I loved
I never lived - Enough -
That I shall love alway -
I argue thee
That love is life -
And life hath Immortality -
This - dost thou doubt - Sweet -
Then have I
Nothing to show
But Calvary -
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